venerdì 18 luglio 2014

Chateaubriand e la Campania

Anche il padre fondatore del romanticismo francese non si astenne dal tour italiano che,inevitabilmente, lo portò ad oltrepassare Roma per raggiungere la Campania. Ne rimase stravolto, come si evince dal suo diario. A tratti stupefatto e a tratti quasi infastidito.
Ecco alcuni stralci che ci raccontano le impressioni, le sensazioni che la nostra terra suscitò in lui:

"Portici è un magazzino di antichità"

"Ora le nubi si aprono su alcuni punti; scopro improvvisamente e a intervalli, Portici, Capri, Ischia, Posillipo, il mare seminato da vele bianche dei pescatori e la costa del golfo di Napoli, cinta di aranci: è il paradiso visto dall'inferno"

"L lava in alcuni punti è tinta d'azzurro, d'oltremare, di giallo e d'arancio. Blocchi di granito, tormentati e torti dall'azione del fuoco, si sono piegati ad arco alle loro estremità, come palme e foglie di acanto"

"Lascio il colle, giro a destra e ridiscendendo nella distesa di lava che porta al cono del vulcano e che ho attraversato più in basso, salendo all'eremo. Anche in presenza di questi avanzi calcinati la fantasia stenta a raffigurarsi i campi di fuoco e di metalli fusi, nel momento delle eruzioni del Vesuvio. Dante forse li aveva visti quando ha dipinto nel suo Inferno le sabbie ardenti dove fiamme eterne scendono lentamente e in silenzio"





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