Elisabeth Vigée Le Brun fu una pittrice autodidatta di successo: era la ritrattista di Maria Antonietta e Luigi XVI. Intimorita dai moti insurrezionali del 1789 decise di scappare dalla sua nazione e di condurre un viaggio in Italia con sua figlia. Visitò Torinio, Firenze, Roma e ovviamente anche Napoli.
"Vivevo ormai a Roma da circa otto mesi quando, vedendo che tutti gli stranieri partivano per Napoli, mi prese un gran desiderio di recarmici anch'io. Finalmente l'indomani, verso le tre o le quattro, arrivammo a Napoli. Mi è difficile esprimere l'emozione che provai entrando in città. Quel sole talmente brillante, quella distesa di mare, quelle isole che si scorgono in lontananza, quel Vesuvio dal quale si alzava inquel momento una grossa colonna di fumo e infine tutta quella gente talmente viva, talmente rumorosa, talmente diversa da quella che si vedeva a Roma, che pareva di essere mille miglia di distanza! Tutto mi incantava!"
Napoli la stregò, rimase lì a lungo, venne ben accolta dai Borboni che le chiesero di fare alcuni ritratti di famiglia ora conservati presso il museo di Capodimonte ma quello che le cambiò la vita fu il Vesuvio, all'epoca in costante eruzione:
"Vorrei parlarvi del mio spettacolo preferito ovvero il Vesuvio. Amo talmente questo magnifico vulcano, che per un poco mi farei vesuviana; credo che anche esso mi ami, poiché mi ha festeggiato nel più grandioso dei modi. Che cosa sono i fuochi d'artificio, anche i più belli, ivi compresa la grande girandola di Castel Sant'Angelo, a confronto del Vesuvio?"
Questa donna si avventurò a Portici, Ercolano, Torre del Greco, Pompei, Paestum e anche nelle isole di Ischia, Capri e Procida incurante delle tempeste che si scatenavano, del mare agitato, delle continue eruzioni del Vesuvio che volle vedere da vicino. Era una terra ricca di meraviglie ai suoi occhi e lei non voleva farsi sfuggire l'occasione di osservarla e viverla in ogni singolo dettaglio. Racconta dei suoi viaggi in groppa ad un asino o seduta in carrozza con la stessa intensità. Madame Elisabeth fu abilissime nelle sue descrizioni partenopee. Suoni e rumori, poesia e prosa, disperazione e allegreia, profumi e tanfi che accuratamente sembrano mescolarsi in un eterno walzer.
Al di là dell'eleganza, dei paesaggi e del folklore Elisabeth Vigée Le Brun era una donna che amava dipingere e grazie all'aiuto del marito, mercante d'arte, riuscì tranquillamente a coltivare la sua passione concentrandosi sui ritratti, iniziando una veloce ascesa che la portò a corte in qualità di ritrattista di Maria Antonietta. elisabeth viaggiò da asola con sua figlia in Italia, a Napoli e lungo i 50 km oltrpassando Salerno per raggiungere i templi di Paestum.
"Ci avvisarono che il viaggio era assai faticoso tuttavia è difficile trattenersi di fronte al desiderio di andare ad ammirare monumenti di tremila o quattromila anni quando essi sono talmente vicini"
Essendo una donna fu vittima di una lunga campagna diffamatoria da cui non si fece né intimorire e tanto meno impedire. Il marito a tal riguardo affermò:
"Ma è un'ingiustizia comune agli uomini e alle donne far finta di credere che una donna sia incapace di occuparsi d'altro che di cose frivole e non perdonarle di voler penetrare nel tempo delle arti e delle scienze"
Una donna libera, affermata che viaggia da sola, si legge nel libro.
1789 una donna viaggia da sola. Coltiva la sua passione, si impegna, riesce ad affermarsi onestamente. Una donna libera. La parola chiave è proprio questa: libertà. Noi oggi, donne del 2012 quanto siamo realmente libere? Quante possibilità abbiamo di andare girando da sole senza dover sentire commenti di qualsiasi genere, imbatterci in occhiolini ammiccanti o avere l'ansia di pericolo imminente?
Nel 2010, appena due anni fa, in Italia sono state uccise più per ossimoro che per amore 127 donne. Donne che sarebbero potute essere nostre vicine di casa, nostre sorelle e aquesto numero si dovrebbero aggiungere tutte le donne che hanno perso il lavoro per essere rimaste incinta, le sottopagate, le morte per incidenti sul lavoro poi accendi la televisione e ci sono quelle che hanno fatto carriera solo perché hanno confuso la dignità con il prezzo.
In una scuola di Ercolano, Antonella Cilento viene travolta dal seguente dialogo:
"Le ragazze girano per la scuola pupatelle, molto truccate, scafatissime e dall'abbigliamento aggressivo che nasconde spesso curve sostanziose.
-Mi sembrate toste!
-Mica tanto, sono così fino a che non si fidanzano
-Perché?
-Perché dopo i maschi decidono tutto in vece loro. se devono studiare o no, se devono uscire e con chi, cosa devono fare e cosa devono pensare e poi restano incinte. "
Elisabeth Vigée Le Brun lavorò presso le massime cariche politiche del tempo senza prostituirsi, si sposò senza rinunciare alla sua passione, ottenne successo e laudi compensi senza mai mettere da parte la sua dignità. 200 anni prima sempre ad Ercolano questa donna, da sola, visitava gli scavi archeologici, si guardava intorno, osservava e faceva qualche schizzo che forse sarebbe diventato un quadro.
Una donna da sola che viaggiava tranquilla.
Sembrerebbe un miraggio e invece è già successo 200 anni fa.
I dipinti di Elisabeth Vigée Le Brun sono conservati nei più famosi musei del mondo: Uffizi, National Gallery, Louvre, in quelli di New York, delll'Ohio, Di Washinton, di San Pietroburgo e anche qui a Capodimonte. Di lei non ci restano solo dei dipinti ma una storia da raccontare, da ammirare e perché no, da emulare.
Cosa rimarrà invece di tutte queste signore che hanno portafogli gonfi solo perché amano strisciare al potere?
Un reggiseno e un bisturi sulla tomba dell'onestà?
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