Montesquieu visitò Napoli durante il suo Viaggio in Italia, si ha motivo di credere che programmò la sua visita a Napoli in modo tale che potesse vedere da vicino il miracolo della liquefazione del noto santo partenopeo che descrisse in modo scientifico sebbene dalla parte del popolo:
Oggi sabato 30, sono stato a vedere la liquefazione del sangue di San Gennaro. Credo di aver visto che la liquefazione è avvenuta, benché sia difficile accorgersene: vi mostrano il reliquiario solo per un momento ed il vetro è appannato dai baci della gente. Ma in ogni modo credo che si tratti di un termometro; questo sangue o questo liquido, che viene da un luogo fresco, trovandosi in un luogo riscaldato dalla moltitudine del popolo, e da un gran numero di candele, deve liquefarsi per forza [...] il prete tiene il reliquiario tra le mani e così il metallo si riscalda.
Il sollievo che il miracolo produce è incredibile. Se non si verifica, si disperano e la costernazione è generale. I Napoletani dicono che quando Filippo V venne a Napoli, il miracolo non avenne, un presagio che egli avrebbe perso il regno [...] non credo che il miracolo di san Gennaro avvenga per qualche impostura e soprattutto non credo che venga mescolato qualcosa al sangue. Propendo a credere piuttosto che il clero è in buona fede. Ma si tratta di un termometro. Il secondo giorno sono andato ad assistere alla liquefazione. Il sacerdote tiene continuamente il reliquiario, con tutte e due le mani, da una parte e dall'altra; quindi lo riscalda. [...] Credo dunque che i preti cadono anche essi in inganno; hanno visto la liquefazione ed hanno creduto che avveniva per miracolo. Il bisogno che poi hanno avuto di questo miracolo per consolare il popolo li ha spinti ad osservare ciò che riusciva meglio a far fare il miracolo del santo ed hanno istituito quelle cerimonie che, secondo loro, potevano più piacere al santo [...] forse si tratta di un vero miracolo [...]
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