martedì 8 maggio 2012

Aria o quel che ne rimane

Il tempo cambia tante cose e cambia anche l'aria. Troppe cose si danno per scontato soprattutto quelle più ovvie come ciò che respiriamo.
Torniamo indietro nel tempo, chiudiamo gli occhi e catapultiamoci a Torre del Greco quando la Corderia era ancora aperta immersa nell'odore delle filacce poi via a Torre Annunziata circondata dall'odore del pane che producevano i pastifici e giù a Pagani per le viuzze in cui si respirava forte l'odore dei pomodori della Cirio...
Tanti sono i profumi con cui sono cresciute le generazioni a noi precedenti, i profumi della vita che facevano scappare di casa i ragazzi per andare a giocare fuori, a rincorrere ed abbracciare la vita con le mani spalancate. Poi le fabbriche chiudono e i profumi si trasformano in puzze, il tanfo del marcio, della polvere, il pericolo della ruggine e i ragazzi escono solo per rinchiudersi in qualche edificio che li tenga lontani da quegli odori... piuttosto che spingerli alla vita sembrerebbero costringerli a fuggirla...

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