mercoledì 5 settembre 2012

Dimenticare mai

Non si può dimenticare, non si deve dimenticare. La memoria è il nucleo della nostra esistenza.
Oggi si commemora uno degli uomini più grandi che la Campania avesse potuto avere: Angelo Vassallo. Un sindaco, un uomo semplice che amava la sua terra ed ha combattuto fino alla morte per proteggerla. La sua amministrazione ha sfiorato livelli di perfezione assoluta ma la sua morte è avvolta ingiustamente nell'ombra tutt'oggi a due anni dalla scomparsa.
Ripropongo, per tali ragioni, un post di qualche mese fa e invito tutti alla riflessioni affinché questa storia abbia una fine, dei colpevoli e non un eterno 'non si sa'.
 La favola di Pollica e Acciaroli

Un giorno la maestra decise di raccontare una favola ai suoi alunni:
"A Pollica e ad Acciaroli avevano un sindaco, un sindaco che tutti invidiavano perché da quando c'era lui su, al comune, la piccola città era diventata incredibilmente bella. I vicoli di Barcellona e di Amsterdam non erano niente se paragonati a quel grappolo di case che si affacciavano sul mare.
Questo sindaco non possedeva auto lussuose, tanto meno una scorta di uomini possenti.
Questo sindaco si alzava presto al mattino e andava a controllare l'acqua del mare, voleva che fosse sempre pulita. Lui era un pescatore e sapeva quanto era importante avere un mare pulito.
Questo sindaco si chiamva Angelo e forse lo era davvero!!! Pensate un pò, questo signore nel 2009 decise di proporre la dieta mediterranea tra i patrimoni orali e immateriali dell'unesco e indovinate un pò? Ci riuscì!!! A Pollica tutti erano felici, l'aria sembrava sempre dolce, arrivarono tanti turisti e tante badiere blu. Pensate che nel 2010 Angelo fu eletto sindaco con il 100% dei voti!!! Poi un giorno mentre guidava per tornare a casa gli spararono nove colpi di pistola e morì"
I bambini fissarono la maestra, volevano il lieto fine, se lo aspettavano ma la maestra taceva allora Antonio prese la parola: "Maestra la storia è finita?"
La maestra: "Si"
Antonio: "Qual è la morale?"
La maestra fece spallucce.

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