Quando si è sul treno si è travolti da conversazioni di qualsiasi genere, ci lamenta dei ritardi, si inventano possibili soluzioni per migliorare il servizio ferroviario. Non molto tempo fa tornavo da Roma nel treno - carro bestiame più famoso che ci sia: Intercity. Una signora sbuffa, un ragazzo si lamenta del ritardo, la signora s'innervosisce e sbotta: "Ma ci hai mai fatto caso che da Roma in giù non avvisano più le stazioni in cui arrivi?" La donna è un'emigrata al nord che ogni anno da Bologna torna a casa sua a trovare i genitori a Salerno, continua dicendo: "Da Bologna a Roma annuncia tutte le stazioni in cui si ferma ma una volta arrivati nella capitale quello che viene dopo è quasi sempre taciuto"
Non sono solita prendere il treno intercity oltre Roma quindi non sapevo che da Roma in su si annunciassero le fermate. Sembra una sciocchezza invece è un'azione gravissima.
A tal riguardo trascrivo uno stralcio del bellissimo libro di Elio Vittorini Le donne di Messina (1946)
Prendere il treno da Bari e venire su per una notte e due giorni fino a Bologna diretti a Trieste o a Milano è lo stesso dimagrire (in una terza classe senza vetri, in un vagone bestiame) d'una settimana a picconare zolfo cento metri sotto terra. Ma il piccolo meridionale dalla pelle color oliva fa un andirivieni simile per otto fiaschi d'olio che ha dentro due grandi valige sulle quali siede e dorme nelle stazioni, siede e guarda, siede e parla mentre la faccia smunta gli si rattrista di barba più scura.
Non se ne può più.
Non sono solita prendere il treno intercity oltre Roma quindi non sapevo che da Roma in su si annunciassero le fermate. Sembra una sciocchezza invece è un'azione gravissima.
A tal riguardo trascrivo uno stralcio del bellissimo libro di Elio Vittorini Le donne di Messina (1946)
Prendere il treno da Bari e venire su per una notte e due giorni fino a Bologna diretti a Trieste o a Milano è lo stesso dimagrire (in una terza classe senza vetri, in un vagone bestiame) d'una settimana a picconare zolfo cento metri sotto terra. Ma il piccolo meridionale dalla pelle color oliva fa un andirivieni simile per otto fiaschi d'olio che ha dentro due grandi valige sulle quali siede e dorme nelle stazioni, siede e guarda, siede e parla mentre la faccia smunta gli si rattrista di barba più scura.
Non se ne può più.
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