Dicevano che amava farsi fotografare con i suoi abiti da contadina e il fucile, si vocifera che lo facesse per propaganda.
Michelina era una donna nata in povere condizioni ma forte e ribelle. Nel 1862 incontrò un ex soldato borbonico, Francesco Guerra, che si rifiutava di aderire alla leva militare del regno d'Italia, se ne innamorò e lo seguì. Divenne il capo della banda di Guerra con cui visse in segretezza compiendo azioni di guerriglia. Nel 1868 venne uccisa, si pensa che sia stata brutalmente torturata insieme ai suoi compagni prima di morire. Quando la sua vita giunse al termine le scattarono una foto che servì da propaganda contro il brigantaggio. I loro corpi nudi vennero esposti nella piazza centrale di Mignano come monito per l'intera popolazione.
Ma la violenza e la tortura sono caratteristiche dei popoli barbari che temono il fucile come temono le parole che passano una vita a nascondere e tacere le azioni dei loro antenati piuttosto che ammettere la loro indole crudele, pronti ad umiliare senza conoscere, ad infamare senza ritegno per poi vantarsi d'essere civili e moralizzatori ma la fotografia è testimonianza storica ed è preferibile una testimonianza di forza ad una testimonianza di morte per cui è meglio ricordarsi di Michelina come la contadina ribelle con le sue pistole tra le mani, una Kill Bill d'altri tempi.
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