venerdì 12 dicembre 2014

Henri Cartier Bresson a Salerno



Uno scatto di Salerno da parte del celeberrimo fotografo franceseHenri Henri Cartier-Bresson il quale soggiornò nella cittadina campana di ritorno dall'Africa e prima del suo viaggio in Messico. La foto è conservata presso l'omonima fondazione francese e attualmente in mostra a Roma presso l'Ara Pacis.


mercoledì 19 novembre 2014

Gli inglesi non possono fare a meno delle nostre coste

Ebbene si, gli inglesi non possono fare a meno delle nostre coste. Dopo una lunga e accurata ricerca tra gli English tour operator più famosi d'Europa è emerso che tra le mete che sono costantemente proposte la costiera Amalfitana e la costiera Cilentana non mancano mai anzi, alcuni tour operator made in UK sono concentrati solo su queste due mete. Non mancano nemmeno Ischia, Capri e Sorrento affiancate da mete come la Toscana, l'Umbria e le due isole ma si può rimanere sbalorditi dalla diversità e dal forte interesse che emerge sfogliando le loro modalità e mete turistiche: gettonatissime sono le ville e i giardini della costiera.
Ecco a voi qualche link in cui poter trovare cosa dicono di noi gli inglesi e cosa amano vedere di noi:
1. Classic Collection tour
http://www.classic-collection.co.uk/italy/sorrento-and-amalfi-coast

2. Exsus travel tonic
http://www.exsus.com/destinations/europe/italy/amalfi-coast-and-capri/


3. ITC Luxury Travel
http://www.itcluxurytravel.co.uk/destinations/europe/italy/amalfi-coast

4. Bellini Travel
http://www.bellinitravel.com/cilento/index.html

Per altre info basta cercare su google: Tour operator inglesi.



lunedì 27 ottobre 2014

Fatti storici occultati: Escher e il suo smoderato amore per il sud Italia

Proprio in questo periodo è in mostra, a Roma, Escher il noto litografo olandese che scoprì il suo talento tra le curve della meravigliosa costiera amalfitana. Chissà se nell'esposizione romana si fa accenno al suo legame con il sud Italia ...che egli stesso definì centrale e fortissimo (lo afferma in diverse interviste, insomma ci sono le prove!) oppure, come è già accaduto nella mostra dedicata a Andy Warhol, si farà finta di nulla, non si farà nemmeno un vago accenno, come nel caso di Warhol, alle serigrafie ispirate al Vesuvio e al terribile terremoto del 1980. Eppure Warhol come Escher furono due artisti di fama mondiale colpiti ed ispirati dalla nostra terra...il mondo intero lo sa, in America come in Olanda ma qui...beh qui è sempre meglio oscurare, non nominarci, nasconderci ma noi non vogliamo rimanere nascosti, noi non vogliamo tacere quindi ecco a voi le parole di Maurits Cornelis Escher, ecco a voi la sua grande devozione per il sud Italia
Il video:
https://www.facebook.com/video.phpv=403661566411194&set=vb.305228616184931&type=3&theater




mercoledì 8 ottobre 2014

I miti greci e l'occultamento televisivo.

Abbiamo già parlato di Parmenide e Zenone, dei loro teoremi e di quanto ancora oggi le loro teorie impegnino la mente di moltissimi matematici e filosofi. In fondo si sa, facevamo parte della Magna Grecia, culla di tutto il pensiero occidentale, ma la filosofia è sempre più malvista da governanti e intellettualoidi di malaffare poiché fornisce strumenti di riflessione e di insurrezione alle masse per tanto meno se ne parla meglio è. Non a caso la filosofia e la letteratura sono sempre più discriminate anche all'interno delle scuole.
Non è stato sempre così e ce lo prova Luciano De Crescenzo. Anni fa s'era percepito e intravisto non solo la bellezza e l'importanza dei miti greci ma anche il lato comico e istruttivo che queste storie erano capaci di trasmettere al punto che la Rai affidò al noto personaggio partenopeo il compito di spiegarle ai più egli, risalendo alle antichissime origini, spiegandone comicamente l'importanza riesce a nobilitare alcune figure campane eccessivamente stigmatizzate e stereotipate come, ad esempio, lo scugnizzo.
La trasmissione I grandi miti greci inoltre fu anche un modo per pubblicizzare la Campania poiché spesso il signor De Crescenzo narra tali storie nell'esatto luogo in cui già nel passato venivano collocate riscattando, come è sempre stato suo uso fare, una terra che in quegli anni cominciava ad essere brutalmente calpestata.
Vi lascio ad una delle sue dolci narrazioni e vi ricordo come egli rispose ad uno dei primi sproloqui di Umberto Boss circa la Padania, la secessione e terroni: “quando voi vivevate sugli alberi, noi eravamo già froci”. In nome di un occultamento mediatico - culturale disarmante. 



martedì 26 agosto 2014

L'unico abitante di Roscigno Vecchia

E' l'unico abitante di Roscigno Vecchia. Un uomo che sembra essere uscito da un romanzo di Hemingway: solitario, misterioso, determinato, sovversivo ma allegro. Vive da solo in una delle case abbandonate tra scatolette di lenticchie e un mare di foto di turisti, fotografi, reporter di tutto il mondo. Nella città fantasma è l'unico essere in carne ed ossa capace di far rivivere la piccola cittadina a chi decide di visitarla.
Ti invita a casa sua, ti mostra gli attrezzi del museo contadino, il registro delle firme di tutti coloro che hanno attraversato la città fantasma per eccellenza: Tokyo, Barcellona, New York, Londra.
Si chiama Giuseppe Spagnuolo, si definisce un << libero abusivo >> e non si fa scrupoli a mostrare la sua maglietta con lo stemma dei Borboni. Testimone di un decadimento progressivo del meridione e del totale stato di abbandono in cui si ritrova questo patrimonio Unesco afferma: " qui vengono turisti, giornali di tutto il mondo perché siamo ancora presenti nell'elenco dei patrimoni Unesco ma lo Stato non fa nulla, se Roscigno cade in blocco non frega a nessuno, l'avete vista la strada com'è ridotta? Qui ci si arriva quasi per miracolo, tra poco la ruggine farà sparire pure il cartello dove sta scritto Patrimonio Unesco e lo Stato che fa? Niente, sempre niente, niente è la risposta a tutto. Allora c'ho sempre addosso questa maglietta, vedete? Il simbolo dei Borboni, quando c'erano loro era tutta un'altra cosa! Qua altro che 1800 siamo tornati indietro al medioevo! Signurì fotografate, diffondete queste bellezze perché qua se non è per le foto dei turisti ci lasciano morire senza nemmeno ricordarci" Giuseppe è il simbolo di ciò che resta, della sopravvivenza tra gli stenti, la sua esistenza stimola e merita riflessioni sulla condizione in cui resistono i nostri patrimoni che, invece dovrebbero risplendere rigogliosi.
E come dargli torto? Il cartello che gli consacra il titolo di patrimonio Unesco si sta arrugginendo e la strada è dissestata, a tratti pericolosa perciò: fotografiamo, diffondiamo, ricordiamo, raccontiamo, non ci arrendiamo.


venerdì 22 agosto 2014

Roscigno Vecchia, patrimonio Unesco

Eletta patrimonio Unesco e meglio conosciuta come la Pompei del '900 Roscigno Vecchia è uno dei tanti gioielli che brilla in provincia di Salerno. La sua storia, curiosa e affascinante, ha trascinato e trascina tutt'oggi televisioni e turisti di tutto il mondo nonostante LA SEGNALETICA che conduca al paese sia quasi del tutto INESISTENTE come INESISTENTI SONO I COLLEGAMENTI TRAMITE TRASPORTI PUBBLICI (a stento una corsa del pullman al giorno). La strada è di difficile percorrenza, l'asfalto è a dir poco dissestato eppure il velo di passato e di mistero che l'avvolge spinge i più curiosi a recarsi in questo luogo immacolato tra canyon meravigliosamente incontaminati, cicale che vivono lungo i sentieri e un unico, curioso abitante, guida di Roscigno Vecchia di cui parleremo più avanti. 
Gli interni delle case come quelle delle chiese sono ancora visibili. Non è possibile visitare l'interno ma si può furtivamente spiare il passato da piccole fessure che il tempo ha scavato nelle porte come nelle pareti. Tanti sono i portoni in bilico, che a fatica tentano di resistere al vento, all'aridità e al tempo, pronti a suscitare la curiosità dei passanti e dal basso della loro penombra sembrano quasi invogliarci ad entrare per scoprire un mondo che fu, a supplicare di non essere dimenticati.
Roscigno vecchia è un incanto che nessuna parola può descrivere a pieno ma che merita di essere celebrato regolarmente da tutti i suoi conterranei. 
Bisognerebbe:

  • migliorare il servizio di trasporto pubblico, 
  • aumentare la segnaletica stradale
  • incrementare l'attività pubblicitaria
  • garantire strade ben asfaltate
Non facciamola diventare solo un bel ricordo. 





giovedì 14 agosto 2014

Le misteriose ed affascinanti grotte di Castelcivita

Si parla sempre delle grotte di Pertosa come se fossero le uniche visitabili ed esistenti in Campania ma ci si dimentica troppo spesso delle avventurose grotte di Castelcivita. Poche sono le informazioni reperibili da wikipedia e, come sempre, poca è la pubblicità ma queste grotte sono, a livello turistico, tra le più grandi del sud Italia.
Furono scoperte nel 1889 da due fratelli i quali si avventurarono in queste cavità con due lampade ad olio convinti di trovare il tesoro dei briganti ma, purtroppo, si spinsero troppo oltre. Uno dei due morì, l'altro si riuscì a salvare ma impazzì per il dolore e la paura. Da allora iniziarono le ricerche e gli studi ma negli anni non sono mancati gli atti vandalici che sono tutt'ora visibili: stalagmiti mozzate, graffiti e murales che deturpano alcune pareti delle grotte.
Le grotte di Castelcivita sono ancora oggi oggetto di studio, molti gli speleologi che esplorano le sue cavità più buie e nascoste. Il turista può scegliere due emozionanti sono i tour: il turistico, illuminato e accessibile a tutti e poi c'è il tour amatoriale per i più coraggiosi e curiosi, quattro ore di cammino tra le cavità più nascoste della montagna.
I giochi di luce, i silenzi, i paesaggi misteriosi e a tratti impenetrabili sono un'emozioni che tutti noi campani dovremmo provare almeno una volta nella vita.
Per maggiori info:  http://www.grottedicastelcivita.com/
Foto:
https://www.facebook.com/#!/media/set/?set=a.442786342429157.94746.305228616184931&type=1




sabato 9 agosto 2014

L'altro lato dell'abbandono: le chiese

Altro giro altra corsa altro abbandono: le chiese. Dopo le fabbriche abbandonate, gli scheletri di cemento ovvero i palazzi abbandonati parliamo anche di queste tonnellate di cemento che appesantiscono il suolo aggiungendosi alle altre precedentemente nominate. Prima di pensare a costruire ancora e ancora si dovrebbe pensare a bonificare e riutilizzare le zone già modificate in passato ad esempio a Salerno,  Parco del Seminario
A Utrecht (Olanda) le chiese abbandonate sono diventate case, in Germania dei parchi, a Nottingham (Inghilterra) dei pub: le chiese sconsacrate così come le fabbriche abbandonate vengono riutilizzate per soddisfare altre esigenze e non per pesare inutilemente sul suolo. Il discorso che riguarda queste strutture è analogo a quello già fatto precedentemente per le fabbriche abbandonate: appesantiscono la nostra amata terra e sono un costante rischio di dissesto idrogeologico da non sottovalutare viste le loro dimensioni.




giovedì 24 luglio 2014

Avellino, Victor Hugo e Bruxelles


A destra vediamo Palazzo De Conciliis ovvero l'edificio in cui ha vissuto Victor  Hugo ad Avellino a sinistra quello in cui ha vissuto a Bruxelles. Le immagini parlano da sole. Noi abbiamo incredibili potenzialità nascoste nei portoni dei palazzi situati lungo le vie che si snodano nella nostra terra. Le opportunità di sviluppo economico in Campania sono ovunque ma non riusciamo a vederle o non sappiamo coglierle? Questi palazzi sono potenziali fonti economiche. Non solo per essere polo d' attrazione turistica spicciola di quelle da visite guidate all'interno del palazzo o da foto della targa affissa all'esterno del palazzo ma potrebbero essere tantissime le attività culturali di cui Palazzo De Conciliis potrebbe essere la sede: rappresentazioni di Notre - Dame de Paris per i più piccoli e de I miserabili per i più grandi e de L'ultimo giorno di un condannato a morte per i più interessati alla politica. Potrebbe ospitare convegni e conferenze circa le nuove scoperte che i ricercatori francesi hanno condotto sull'irriverente scrittore. Insomma, togliamoci da dosso questo vecchio vizio di sentirci inferiori, la sensazione di non essere all'altezza, di guardare l'altrove con ammirazione non rendendoci conto che l'oro che vediamo nelle tasche altrui qui è tutto intorno a noi. A Bruxelles quel palazzo non solo onora la memoria di un grande scrittore quale Hugo ma attrae turisti da tutto il mondo per la sua bellezza e lo stesso potrebbe accadere ad Avellino. Riflettiamoci. 

venerdì 18 luglio 2014

Chateaubriand e la Campania

Anche il padre fondatore del romanticismo francese non si astenne dal tour italiano che,inevitabilmente, lo portò ad oltrepassare Roma per raggiungere la Campania. Ne rimase stravolto, come si evince dal suo diario. A tratti stupefatto e a tratti quasi infastidito.
Ecco alcuni stralci che ci raccontano le impressioni, le sensazioni che la nostra terra suscitò in lui:

"Portici è un magazzino di antichità"

"Ora le nubi si aprono su alcuni punti; scopro improvvisamente e a intervalli, Portici, Capri, Ischia, Posillipo, il mare seminato da vele bianche dei pescatori e la costa del golfo di Napoli, cinta di aranci: è il paradiso visto dall'inferno"

"L lava in alcuni punti è tinta d'azzurro, d'oltremare, di giallo e d'arancio. Blocchi di granito, tormentati e torti dall'azione del fuoco, si sono piegati ad arco alle loro estremità, come palme e foglie di acanto"

"Lascio il colle, giro a destra e ridiscendendo nella distesa di lava che porta al cono del vulcano e che ho attraversato più in basso, salendo all'eremo. Anche in presenza di questi avanzi calcinati la fantasia stenta a raffigurarsi i campi di fuoco e di metalli fusi, nel momento delle eruzioni del Vesuvio. Dante forse li aveva visti quando ha dipinto nel suo Inferno le sabbie ardenti dove fiamme eterne scendono lentamente e in silenzio"





giovedì 10 luglio 2014

Musei Vaticani: la Campania del 1500


La sala delle carte geografiche è una parte dei bellissimi ed ampi musei vaticani dove è possibile ammirare e curiosare tra le vecchie e rare cartine geografiche delle varie regioni italiane risalenti al 1500. L'autore è Carlo Pellegrino Danti, le tavole in totale sono 40 tra cui, qui, ammiriamo i particolari di Campania e Principato di Salerno. Per maggiori informazioni il libro consigliato è: La galleria delle carte geografiche in Vaticano - Franco Cosimo Panini

 Il santuario di Montevergine fondato nel 1124



 La battaglia sulla costa del golfo di Gaaeta in cui una lega cristiana assemblata da papa Giovanni X riuscì a scacciare i Saraceni che occupavano la valle del Garigliano

 Campania: la provincia del Regno di Napoli che esclude il salernitano e il beneventano

 Particolare della carta della Campania: il rito di San Gennaro

 Napoli: il golfo e le colline tra Posillipo e capodimonte


Principatus Salerni. Ecco il territorio di Salerno che si estende tra i golfi di Policastro e Salerno. Sulla costa sono indicati i principali golfi di Policastro Napoli e Salerno sotto il nome di Paestanus Sinus.

lunedì 23 giugno 2014

Quando l'arte nasceva tra Napoli e Paestum

La bellezza, come la concepiamo noi oggi, nasce a Napoli. Chi lo dice? Il noto critico d'arte Philippe Daverio che nel sul libricino dal titolo Pensare l'arte  cita come esempi cardine dell'arte moderna non Berlino, né Parigi o Vianna bensì il vecchio Regno delle Due Sicilie; si esprime a chiare lettere: che cos'è il concetto di bellezza? E' una sorta di patto sociale che si forma soprattutto nella cultura del XVIII secolo nel momento in cui si dice che c'è almeno un richiamo al bello rappresentato dai greci. Così il re di Napoli comincia a scavare a Pompei e ognuno in Europa si procura pezzi di bellezza greca. Daverio segna tra gli avvenimenti importanti anche la scoperta di Paestum e di coloro che, una volta recativisi, hanno portato paesaggi e  reperti in tutto il mondo. Scrive: il percorso classico inaugurato da Winckelmann a Paestum non è più solo in accordo alla mania di scoprire le antichità, non più per trovare un reperto da portare indietro ma per trovare la rosa di Paestum e per bere l'acqua dell'antichità che bevevano le bufale. Egli vi si reca con un intento preciso: trovare nell'antichità non il reperto ma ciò che vive ancora, la rosa di Paestum. Questo è il meccanismo con cui nasce la modernità e tutta la sua dialettica. I perni dell'arte mondiale hanno radici ben profonde nel nostro territorio eppure, più passa il tempo, e più l'abbandono in cui reperti di tale importanza vivono quotidianamente ci convincono che sono solo pietre di passaggio, qualcosa che giace lì in attesa del logorio. Nulla di più sbagliato. Ci sono libri dell'alto medioevo perfettamente conservati nelle biblioteche d'Irlanda. Ci sono reperti coetanei in altre parti del mondo che godono di salute migliore perché sono accuditi da persone che hanno migliore consapevolezza del loro valore. Non lasciamo che hanno di intuizioni, ricerche, lavori, scavi siano divorati dalla nube di scaltra ignoranza che ci aleggia sopra ormai da troppi anni ma regalatevi libri, viaggi e documenti capaci di farvi sentire importanti, capaci di farvi sentire la grandezza (ingiustamente svilita) nella quale respiriamo ogni singolo giorno della nostra vita i nostri saggi e potenti antenati. 


sabato 25 gennaio 2014

...quasi tutte del centro nord hanno scaricato 10 milioni di tonnellate di rifiuti tossici in Campania.

"In 20 anni 443 aziende quasi tutte del centro nord hanno scaricato 10 milioni di tonnellate di rifiuti tossici nella terra dei fuochi"
Inizia così la puntata di Servizio Pubblico ma noi, che nella terra dei fuochi siamo cresciuti, sappiamo queste cose da quando siamo nati sappiamo che ci hanno condannato a morte dalla nascita ma penso che nessuno meglio di noi sappia come resistere e capire come ribellarsi ad un tale inferno e allora, con tutte le nostre forze, con tutto il nostro fiato e le nostre braccia: ribelliamoci.
http://www.youtube.com/watch?v=C-hk3IaBL9A

martedì 21 gennaio 2014

Gocce di napoletano nel tango





Lo sapevate che la lingua del tango è il lunfardo e le sue origini furono quelle di uno slang di prigionieri, usato nelle carceri per non farsi comprendere dalle guardie, gergo di Buenos Aires, con termini di origini diverse tra cui varie parlate d'Italia quali il genovese e il napoletano, portate in Argentina dagli immigrati.