Cosa accomuna tre storie, tre vite, tre punti interrogativi?
Pasquale e Antonio sono dei giovanotti impegnati, seri di quelli a cui chideresti di darti uno sguardo alla valigia mentre vai in bagno.
Annalisa è poco più di una bambina, una bellissima bambina bionda.
Pasquale è un poliziotto, Antonio fa il cuoco, Annalisa va a scuola.
Li accomuna l'onestà e l'innocenza: Pasquale è sempre sul posto di lavoro, Antonio non accetta la qualità scadente dei cibi (essendo un cuoco ne capisce!) Annalisa studia e gioca.
Pasquale viene ucciso mentre è a lavoro
Antonio è freddato per aver reclamato un diritto
Annalisa muore per essersi trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato: chiacchiera sotto casa
E i colpevoli?
Dio solo lo sa! Vengono presi, rilasciati, non vengono mai trovati. La criminalità organizzata: proiettili vaganti, pistole ambulanti, fantasmi onnipotenti che maneggiano la vita degli innocenti.
E' un dovere raccontare la storia di persone oneste ma quando queste oneste storie non hanno mai un onesto finale diventa sempre più faticoso ascoltarle.
Quale sarà l'effetto che queste storie produrranno sui nostri ragazzi?
E' compito degli organi statali far carcerare chi uccide gli innocenti ma se lo Stato smette di punire: come reagiranno i ragazzi? Con quale asfissiante nodo alla gola ascolteranno e racconteranno queste storie senza arrendersi al senso di sopraffazione?
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