Tra i tanti primati che il Regno delle Due Sicilie raggiunse negli ultimi anni della sua esistenza non si può non fare cenno alla galleria ferroviaria di passo dell'Orco (1858) sulla tratta Sarno - Mercato San Severino. Lo storico Giuseppe Coniglio afferma: "Di trastullo reale, forse, o al massimo valore strategico ebbero le prime strade ferrate napoletane, ma nessun fine economico e tanto meno civile e sociale". Questa affermazione non trova riscontro nella realtà, a maggior ragione per chi attento alla storia del proprio territorio si imbatte nell'incongruenza tra tali affermazioni e il sedimento storico - culturale, quest'ultimo sempre più offuscato dal passare del tempo e dal pensiero dominante. Recarsi oggi nei pressi di quella galleria è come fare un viaggio nel tempo e scoprire il residuo di una civiltà perduta. E' incredibile quanto a volte le pietre trasudino più storia di quanto possa fare un libro stesso, una storia oggettiva e priva di interpretazioni fuorvianti. Questa galleria, che oggi vediamo ricoperta dalle erbacce, testimonia la perdita di memoria storica di un popolo. Un popolo che oltre a subire morte e privazioni è stato sdradicato dalla sua terra, perdendo il suo legame con essa, le sue radici, la sua identità. Rimuovere quelle erbacce, oggi, significa riappropiarsi della memoria, significa riacquisire l'orgoglio e il senso di appartenenza ma soprattutto la consapevolezza che i nostri mali non sono dovuti alla nostra incapacità.
Alfonso Pergolesi
Alfonso Pergolesi
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